“Quella mail? L’ho letta almeno un paio di volte per esser certo di non aver saltato una riga e riflettere bene sul significato”. Lo dice Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, a Il Tempo, in riferimento alla mail in una chat di magistrati, relativa al governo e alla premier Meloni. “Quanto ho letto e’ stupefacente, sia per l’autore che per il contenuto perche’ si tratta di un magistrato di Cassazione, appartenente a quella parte di sistema giudiziario che piu’ di ogni altra dovrebbe avere competenza e indipendenza. L’altro aspetto, poi, e’ relativo al passaggio in cui si sostiene che siccome Giorgia Meloni non ha guai giudiziari allora e’ piu’ pericolosa. Questo ci apre a due ulteriori considerazioni: da un lato, evidentemente si pensa a una via giudiziaria per indebolire chi fa politica. Dall’altro lato, se Giorgia Meloni e’ forte perche’ non ha scheletri nell’armadio cosa vuol dire, che si vuole inventarne qualcuno? E’ tutto molto grave”.
“Il tema delle correnti – è il ragionamento-e’ sicuramente un vulnus all’interno della magistratura ma il vero problema è una forma di esondazione rispetto ad argini ben definiti, quasi delineando strategie per raggiungere obiettivi diversi rispetto a quelli indicati dagli elettori. Abbiamo gia’ avuto esperienze o tentativi di far cadere per via giudiziaria governi legittimamente insediati in conseguenza del voto popolare…”, ricorda. La separazione delle carriere puo’ essere un modo per correggere questo vulnus? “E’ certamente un modo, e’ una modifica costituzionale che in quanto tale ha un iter piu’ lungo ma l’auspicio e’ che possa essere introdotta. Comunque c’e’ sempre una questione di principio che deve essere rispettata, cioe’ la differenza dei ruoli”.