Edmondo Cirielli ha sicuramente il curriculum per candidarsi a Governatore della Campania. La sua carriera è fondata sul consenso, ha maturato esperienza nel Consiglio regionale, da presidente della Provincia di Salerno, da parlamentare ed oggi da uomo di governo. Fratelli d’Italia ha i numeri che lo legittimano ad avanzare la richiesta. Tutto questo rischia di non bastare.
La guida della Regione, che presuppone la costruzione di una coalizione, è cosa diversa dalla costruzione del consenso personale o di quello di una forza politica.
In Campania, per vincere, il supporto dell’universo moderato e riformista è decisivo. Come è decisivo aprirsi, non a chiacchiere, alla società civile. Serve allora ampliare l’offerta politica, costruire percorsi e lavorare, poi, alla costruzione di più liste.
Non bastano gli sforzi di Fdi e Forza Italia, che al momento litigano, atteso che il contributo della Lega, che qui sconta antica diffidenza ed errori attuali, rischia di essere irrilevante se non dannoso. La guida intelligente e moderata di Zinzi non risolverà problemi ‘strutturali’ del Carroccio.
Cosa fare allora? Allargare il perimetro. Riesce in questo Forza Italia, per posizionamento europeo e per capacità ‘antiche’ del gruppo dirigente, molto meno a Fratelli d’Italia. Ed emergono i limiti.
Il gruppo dirigente è quello storico, ancorato alla logica del 4%. Nei ruoli chiavi, rarissime le eccezioni, solo donne ed uomini che hanno maturato esperienza nella destra missina o comunque in An e quello che è seguito. La logica dei ‘duri e puri’ un limite. La gestione del ‘caso Grimaldi’ alle ultime europee, con la esclusione immotivata del ‘socialista’ dalle liste fotografa questa impostazione.
Il partito, che ha ancora la Fiamma nel simbolo, non riesce – soprattutto qui in Campania – a valorizzare esperienze moderate e riformiste. Non le incoraggia e valorizza e le tratta con un atteggiamento che va dalla insofferenza all’ostracismo.
Toccherà a Cirielli misurarsi su questi problemi. Toccherà a lui, se è vera l’ambizione, abituarsi alle critiche, allenarsi alla convivenza con culture politiche diverse e con un pezzo ‘importante e libero’ della società civile.