“Questa riforma garantisce parità effettiva tra accusa e difesa nel processo penale. E il tema è più concreto di quanto si creda”. Lo dice alla Stampa la responsabile Giustizia della Lega Giulia Bongiorno, sulla separazione delle carriere. “Mentre la Cartabia aveva solo attenuato il problema, questa riforma lo affronta di petto – spiega – e lo risolve garantendo parità effettiva tra accusa e difesa nel processo penale. Chi entra in un’aula di giustizia per essere processato affronta un’esperienza dolorosissima. Il potere del giudice è enorme e l’imputato deve avere la certezza che chi deciderà sia davvero equidistante da pm e difensore”. “La riforma mira non solo alla terzietà dei giudici, ma anche a garantirne l’assoluta indipendenza – sostiene poi – E terzietà e indipendenza sono ciò che più sta a cuore a quanti sono coinvolti in un processo”. Bongiorno ricorda “lo scandalo Palamara. La degenerazione delle correnti ha sbarrato per troppo tempo la strada a chi, pur meritando, non gode di spinte correntizie. Nessuno punta ad annientare le correnti, l’obiettivo è piuttosto combatterne le degenerazioni. Con il sorteggio si recide il legame di gratitudine che lega l’eletto e la corrente che lo elegge”. La magistratura associata protesta “ma in realtà riceviamo manifestazioni di sostegno anche da parte della magistratura. Magari da coloro che non hanno mai fatto carriera perché tagliati fuori dal sistema correntizio. Alcuni motivano le critiche sostenendo che la riforma svilisce la magistratura: forse svilisce le ambizioni personali di qualcuno, ma di certo restituirà prestigio all’intera categoria nel momento storico di minor credibilità agli occhi dell’opinione pubblica. Solo se il cittadino crede alla terzietà del giudice tornerà a credere nella giustizia”.