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23 Novembre 2024

Chi siamo

La diversità è bersaglio di una società bigotta e piena di pregiudizi

Di Anna Adamo

Spiegare cosa sia il pregiudizio non è affatto facile.

Dire che si tratti di un’ opinione preconcetta nei riguardi di qualcuno o qualcosa, sarebbe troppo facile, troppo scontato e non renderebbe l’ idea. 

Perché, il pregiudizio è molto di più. È qualcosa capace di dividere la vita a metà: da un lato c’è quello che realmente siamo, dall’altro c’è l’immagine che le persone forniscono di noi attraverso le proprie idee e il proprio pensiero. Ed è quest’ultima che erroneamente, la maggior parte delle volte, predomina.

Capire quanto difficile sia vivere avvolti dal pregiudizio non è per tutti. Certe cose, purtroppo, non si comprendono se non ci toccano in prima persona.

E non esiste cosa più sbagliata. A volte, basterebbe mettersi un po’ nei panni degli altri per rendere il mondo migliore.

Hanno cercato di farcelo capire attraverso le loro storie Sara Finizio, alla quale è stato negato l’ accesso ad un lido semplicemente perché è trans, Priscilla Salerno, alla quale è stato negato di candidarsi alle elezioni amministrative per il comune di Salerno solo perché è un’ attrice hard e Stefania Zambrano, fondatrice del concorso Miss Trans Europa che da anni combatte per i diritti della comunità Lgbt, ed è oggi profondamente indignata per gli atti discriminatori nei confronti di chi viene considerato diverso per l’ orientamento sessuale, l’ etnia o il lavoro che svolge.

“Tempo fa, le persone gay, lesbiche o trans venivano chiamate femminelle. Non potevano uscire di casa, perché venivano subito picchiate. A me sapere tutto questo faceva male, mi sono sempre chiesta per quale motivo facessero del male a queste persone. Così, ho pensato di fare qualcosa che potesse dar loro risalto, che potesse aiutarli a raccontare le loro storie ed inserirsi in società, quindi ho dato vita al concorso Miss Trans Europa e mi rammarica sapere che dopo anni di lotte ci sia ancora chi discrimini”, dice arrabbiata e delusa la Zambrano.

Ma, come diceva Einstein: “è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”. E la vicenda che vede protagonista Sara Finizio, Miss Trans Europa 2018, dimostra quanto tutto ciò sia vero e quanto ancora sia lunga la strada verso il riconoscimento dei diritti di queste persone.

La ragazza, precisa Stefania, fu scelta dalla giuria come Miss Trans Europa 2018 proprio per il suo essere forte e determinata. Veterana delle passerelle, sempre pronta a battersi per i diritti della comunità Lgbt, si è sentita dire di non poter trascorrere una calda giornata d’ estate su un lido, perché considerata un fenomeno trash che avrebbe potuto creare scompiglio tra i presenti.

Sembra assurdo che, proprio nell’ epoca in cui si parla di ddl Zan, tale episodio si sia verificato. Perciò, viene da chiedersi in che mondo viviamo e dove siano finiti tutti coloro i quali fino a qualche tempo fa invadevano le piazze a ritmo di “love islove”.

E soprattutto, dove siano finiti gli esponenti politici che hanno parlato del ddl Zan come fosse il punto cardine della loro attività parlamentare.

Una legge di cui, sostiene l’ organizzatrice di Miss Trans Europa, “si parla dal 2005, ma nessuno approva.”

“E questo, non fa altro che renderci sempre più emarginati e vittime di assurde discriminazioni. Non se ne può più, è vergognoso, conclude a gran voce. 

Tutto questo, vergognoso lo è davvero. 

Vergognoso è l’ atteggiamento di parte della politica che fa finta di nulla, che parla e si nasconde dietro finte promesse, solo per raccogliere consensi, ma di schierarsi e combattere non ha il coraggio. Perché, in questa società in cui conta più l’ apparire che l’ essere, schierarsi dalla parte del più debole non paga.

Vergognoso è l’atteggiamento di chi non considera la “diversità” una ricchezza, ma qualcosa di cui aver paura. Qualcosa che riguarda solo gli altri e mai noi stessi. 

Forse, è proprio l’ errata concezione secondo la quale i protagonisti di alcuni avvenimenti possano essere solo gli altri, che ci spinge ad ignorare la sofferenza di chi vive avvolto dal pregiudizio.

Eppure, agire diversamente, sarebbe più facile del previsto.

Basterebbe pensare a quale sarebbe la nostra reazione se al posto di chi viene discriminato ed emarginato ci fosse ognuno di noi, o una persona a noi cara. Perché, la verità, è che siamo un po’ tutti Sara, Priscilla e Stefania.

E la loro battaglia è la battaglia di tutti. È la battaglia di chi, in un paese democratico, desidera vivere, come è giusto che sia, all’insegna della libertà.

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