Di Anna Adamo
Mirco Olivastri, cantautore capitolino, torna sul panorama musicale italiano con “Incenso e Rosa”,un singolo scritto per raccontare la perdita e poterla osservare da una prospettiva diversa, capace di incastrarsi nel quadro dell’ anima come un’ entità brillante e vivida, privata delle ombre della sofferenza.
“Il singolo tratta di una tematica importante, ossia la perdita di una persona cara, nel mio caso di mia madre, venuta a mancare qualche anno fa. Quando ho scritto questa canzone, però, ho cercato di darle un senso e una struttura che consentisse a tutti di riconoscersi, in modo da far sì che diventasse il pezzo di chiunque lo ascolti e non solo un qualcosa di mio”, ha spiegato Mirco.
Ebbene si, “Incenso e Rosa è una canzone in cui chiunque può riconoscersi. È una canzone che ci permette di vedere la morte non come un’ assenza, ma come una presenza costante, la quale si dissocia dal fisico e tangibile per congiungersi con l’universo interiore che caratterizza ognuno di noi.
“ Vedere la morte come una presenza e non come un’ assenza, è possibile. Ciò che permette di rendere possibile tutto questo è il tempo. Sono una persona che crede molto nelle sensazioni, ragion per cui ritengo che se si riesce a conferire importanza alle proprie sensazioni, si riuscirà automaticamente anche a vedere la perdita di una persona cara come una presenza costante. Molto spesso, se si conferisce importanza a quello che si prova, le persone care che abbiamo perso sembrano anche più presenti di quando erano in vita”.
Quello di Olivastri è un brano che insegna a convivere con il dolore. È una guida a cui affidarsi, una mano pronta ad accarezzarci nel momento del bisogno e stringerci nella gioia, nell’ entusiasmo e nella scoperta di noi stessi.
“Quando si ha accanto una persona che ti sostiene e ti sprona a credere in ciò che fai, tutto diventa più semplice. Quando questa persona viene a mancare non puoi più sapere cosa ti stia dicendo, ragion per cui devi continuare a fare quello che hai sempre fatto credendoci ancora più di prima. Lo devi a te stesso, a chi ha sempre creduto in te, ma soprattutto a chi in te non ha mai creduto ed è pronto a saltare fuori appena si accorge che le cose ti stiano andando per il verso giusto”.
Mirco ha reso il dolore il suo punto di forza. È da quest’ultimo che ha trovato il coraggio di credere sempre più in quello che fa.
Ed è proprio a chi a perso una persona cara e a chi non riesce a credere nei propri sogni, perché si lascia abbattere dal giudizio altrui che si rivolge.
“ Quando si perde una persona cara, la prima cosa da fare è vivere il dolore nel modo più personale possibile. Se in una famiglia si è persa la stessa persona, ciò che non si deve fare è vivere il dolore così come lo vivono gli altri. È utile condividere un ricordo ogni tanto, ma non bisogna mai addossare il dolore all’altre persone con cui lo si vive, perché ognuno ha un modo diverso di vedere ed elaborare il tutto.
Alle persone che non credono in se stesse, invece, mi sento di dire che occorre trovare la forza per superare i propri limiti, perché a fare la differenza è sempre quell’ attimo in più trascorso a pensare di potercela fare e non il tempo sprecato a lasciarsi influenzare dal giudizio altrui o a pensare di non farcela”.
“Incenso e Rosa” è un inno alla vita, un viaggio alla ricerca di se stessi e delle proprie potenzialità, un modo per imparare a vivere attraverso il dolore.