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24 Dicembre 2024

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Il politically correct è un’impostura

Di Felice Massimo De Falco

La Lego toglie le etichette di genere ai suoi personaggi, Superman diventa bisessuale.
È la colonizzazione commerciale del politically correct che s’infila sin dall’educazione infantile, ponendole grossi dubbi che saranno caricati su famiglie sfaldate. Ragioni pubblicitarie “illuministe” rinforzate da psicologia di massa che ricerca nuove platee di utenti.

L’attitudine ad essere se stessi è inficiata dall’impostura del pensiero neutro. La sessualità non è più una libera maturazione nutrita di dubbi, sorprese, accettazioni, voglia di mostrarsi per quello che si è, ma diventa indicazione ad una tendenza culturalmente predominante. Non si tratta più di una tensione verso una giusta accettazione, del superamento di un tabù provinciale, ma di un graduale stravolgimento della società che aggancia ogni sfera che muove le cose dell’umanità.

È interessante notare che, mentre la politica rincorre il proprio passato dividendosi tra guelfi e ghibellini, la società rapidamente avanza senza filtri ideologici verso direzioni impostate da altre dinamiche economiche e sociali. È il commiato della politica che guida le azioni di una società che non ha bisogno del DDL ZAN. Le meccaniche del paese bypassano le discussioni a Montecitorio. Le mode codificano il dover’essere. È un tema da non semplificare.

Lunga vita alla diversità sessuale. Ognuno viva come gli pare la piacevolezza del sesso e dell’amore verso chicchessia, ma guai a trasformare un legittimo diritto nella negazione della libertà di essere “totalmente altro”, per dirla con Horkimer.?L’identità di genere sia anche preservare identità già maturate. Più che un ridisegno di una società aperta, potrebbe mascherare un tic totalitario. Anche questo.

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