Di Felice Massimo De Falco
La Leopolda sprizza un sentiment da classe medio-piccola di un partito dal 40 per cento. Senti aria di predominanza culturale , una Silicon Valley della politica,ascolti temi e trame all’avanguardia. Ma stiamo al 2% caro Matteo Renzi. Ma c’è da sottolineare che con tali numeri, il guitto fiorentino ha fatto e disfatto 2 governi, attirandosi l’esplosione di bile bruciata del Fatto Quotidiano.
Renzi c’è,c’è sempre stato, mancano i renziani, anche via dei suoi tic assolutistici. Valga la gestione del referendum sulla riforma della Costituzione: Renzi ha imbracciato una sfida personale col Paese, o meno voi, ha difeso da solo le sue ragione nelle piazze, ha voluto dare l’animale da palcoscenico in un cono di luce autorefenziale, attirandosi le antipatie dei suoi ex compagni di partito.
Tuttavia ha avuto il gran coraggio di rimettere nelle mani degli italiani, che votano secondo criteri impersonali, una riforma che era già passata in Aula. Gli italiani non amano certi solipsismi. Fosse passata, l’Italia sarebbe stato un posto migliore, almeno istituzionalmente.
A mio avviso, al netto della sua proverbiale antipatia, Renzi resta il miglior fico del bigoncio della classe politica italiana. Intelligente, scaltro, cinico, ragionatore, dal pensiero breve e veloce. Ha capito prima di tutti che grillismi e sovranismi si sconfiggono facendoli governare. Ha scoperchiato il calderone vuoto del populismo. Ha portato un lessico nuovo in politica, fresco, rapido, sintetizzante.
Ha sdoganato il concetto di vittoria nel Pd (da decenni subalterno al berlusconismo) portandolo al 40% e la cultura del garantismo in un partito che fiancheggiava i magistrati. Ha allargato il perimetro politico di un partito ripiegato su se stesso. Alla debolezza dei numeri attuali surroga la forza del ragionamento è del tatticismo.
Sarà decisivo anche per il Quirinale. Non vedo in giro giganti. Tutto sommato ha fatto bene ad andarsene da un partito, il Pd, che più che un Ulivo è diventato una Quercia. Non si sa che evoluzione avrà il progetto Italia Viva. I sondaggi sono impietosi.
Non si sa che orientamento definitivo prenderà. Per ora è un minuta balena bianca galleggiante. Di sicuro sarà centrale nella toponomastica partitica attorno all’elezione del Presidente della Repubblica.