Di Felice Massimo De Falco
Mancano pochi mesi, poi Mattarella lascerà il posto da Presidente della Repubblica e il Parlamento sarà chiamato ad eleggerne uno nuovo. La figura compassata ma solida del capo dello Stato attuale, ci ha aiutati a conoscere i requisiti essenziali per ricoprire quel ruolo. Flemma, determinazione, decisionismo, esternazioni di routine volte all’unità e al valore della nazione, capacità di mettere assieme le forze politiche attorno a temi comuni, quando ci sono state due crisi di governo. Non è stato un settennato soft, a dispetto del personaggio timido e ritroso. Mattarella ha fatto sapere che il suo mandato è concluso.
Proprio per la dotazione di questi requisiti, più di un rumor di corridoio vuole il presidente del Consiglio Draghi quale erede di Mattarella. In sostanza, Draghi dovrebbe far da garante per l’Europa affinché i soldi della ricostruzione post-pandemia vadano spesi bene. Una sua eventuale elezione, avrebbe la conseguenza di una vacatio alla presidenza del Consiglio, che richiamerebbe il Parlamento ad eleggere un nuovo governo di transizione o scegliere di andare al voto nel 2022. Difficile che accada quest’ultima ipotesi: l’80 per cento dei parlamentari non ha raggiunto l’età per prendere il vitalizio!. Ma, oltretutto, peserebbe ai partiti una campagna elettorale divisiva in un momento storico in cui c’è bisogno di valori condivisi e assenza di leadership rassicuranti.,Draghi sta bene dov’è!
Tra le suggestioni quirinalizie si fa largo la tentazione, direi diabolica, di Silvio Berlusconi. C’è un ventaglio di indizi che fanno credere ad una sortita al Colle dell’ex Cavaliere. Innanzitutto ha dichiarato che Draghi servirà almeno fino al 2023, scalzandolo di fatto dalle nominations. È il mantra dei suoi fedelissimi. Berlusconi, al contrario dei suoi alleati sovranisti, esce ogni giorno con un’esternazione volta all’europeismo, all’unità, alla pace sociale. In più si lascia dietro le ubbie scientifiche della Meloni e Salvini sui vaccini, facendosi immortalare mentre fa la terza dose. Sono piccoli segnali che possono anche dire niente, ma Berlusconi è imprevedibile, cerca il riscatto morale, vuole scrollarsi di dosso la melensa opinione che hanno di lui gli italiani, dopo i numerosi processi a cui è stato sottoposto, ma sempre assolto. Tra l’altro, tra le sue funzioni ci sarebbe quella di presiedere il CSM, il sinedrio dei giudici con i quali Berlusconi ha ingaggiato una ventennale cruenta lotta. Sarebbe una parodia del film “guardie e ladri”. Sicuramente gode di fama controversa, e la sua aspirazione risulterebbe reazionaria. Intanto Berlusconi tesse trame al centro, il fulcro decisivo nello scacchiere dei voti per il Colle. La toponomastica dei partiti che decideranno il Presidente del Consiglio è opaca. Pd e 5 stelle in questo momento sono tagliati fuori. Ma non ci possiamo esimere dal considerare le velleità di Berlusconi come propaggine di un disegno di un centro moderato che isoli gli estremisti. Il nome resta divisivo. Le sue peripezie personali gli sono incollate addosso. Per ora sono mormorii, è una suggestione, un po’ diabolica. Tipicamente berlusconiana. Ma di regola, i nomi che circolano prima non sono mai i prescelti. Non è uno stinco di santo ma Berlusconi è uomo libero, ha pagato duramente con processi in aula e sulla stampa. Si è ripulito dalle umiliazioni e dalla false accuse. Nessuno ha pagato per lui.E sembra surreale che abbia dovuto farlo, per come sono andate le cose. È diabolico anche questo.