di Luca Mazzeo
La società attuale è devastata da un fenomeno chiamato bigottismo che, tantissime volte, conduce ad una visione errata della vita.
Come evidenziato a più riprese il porno, se gestito e conosciuto adeguatamente, può essere un’ ottima terapia mentale e fisica per ognuno di noi.
Va detto che, come in ogni situazione, va valutata l’altra faccia della medaglia ovvero il medesimo non deve condurre ad una dipendenza senza ritorno.
Attualmente le percentuali parlano chiaro: il 50 % dei ragazzi fa uso di siti contenenti video pornografici senza avere consapevolezza dei rischi; il 20 % ne fa uso compulsivo perdendo totalmente contatto con la realtà; il restante 30% si lascia coinvolgere dalla pornografia poiché carente sotto il profilo affettivo -relazionale e sprovvisto, quasi interamente, di un controllo genitoriale concreto.
La conferma di tutto questo si è avuta ulteriormente quando un ragazzo di 15 anni, sul quotidiano La Repubblica, ha chiesto apertamente aiuto per uscire definitivamente dalla sfera patologica del porno.
In tal senso per poter cambiare totalmente direzione e ottenere la giusta evoluzione entra in gioco una prima componente determinante che è quella educativa. Quando parliamo di educazione intendiamo l’insieme di comportamenti consoni per il benessere individuale e collettivo, come ad esempio: rapporto empatico globale tra adolescente e ambiente familiare (in esso sono raggruppate tutte quelle circostanze ove i giovani avvertono la necessità impellente di confidare le prime emozioni derivanti da un primo contatto con il mondo esterno); rapporto empatico adolescente -ambiente esterno (frequentare ambienti confortevoli e giuste compagnie per prevenire situazioni incresciose).
La seconda componente è la certezza della sessualità che in psicologia viene definita fase di strutturazione certa. La medesima evidenzia nei ragazzi sin dell’inizio eventuali atteggiamenti che si discostano dalla normalità. Essi sono: azioni autolesionistiche al fine di ottenere auto-godimento immediato;
utilizzo di oggetti particolari per sollecitare, condurre il corpo verso nuove emozioni; eccessiva emotività erotica verso un immaginario in cui la mente viene catapultata. Ciò comporta un vero e proprio disturbo denominato” Disturbo di percettività corporale”.
Terza ed ultima è quella concernente la verifica dell’autodeterminazione, la quale serve per constatare se in ogni persona alberga la capacità di autogestione e di autocontrollo. Da qualche tempo stiamo assistendo ad un dibattito molto acceso riguardante l’ introduzione del “porno” all’interno del circuito scolastico.
Tale scenario ha provocato, ancora una volta, una spaccatura ideologica che ha dato luogo a due fazioni.
Nella prima troviamo tutte quelle persone che si dissociano totalmente da ciò in quanto ritengono che la nuova generazione non possegga né strumenti né mentalità adatta all’assimilazione di argomenti cruenti. Nella seconda, invece, troviamo tutti quegli individui propensi all’iniziativa poiché sostengono che sia ottima per sensibilizzare le coscienze ed arricchire il bagaglio culturale.
Mille sono i motivi per dire sì altrettanti per dire no. Analizziamo brevemente due aspetti positivi fondamentali: alimenterebbe la curiosità e confronto tra ragazzi e consentirebbe, sia all’ adolescente che all’adulto, di comprendere i reali rischi.
La pericolosità dei siti internet con immagini violente che lasciano spazio ad un pensiero ignobile, cioè che la donna possa essere considerata oggetto di perversione patologica; siti, all’ apparenza gratis, dove si nasconde l’inganno di malfattori che, con la loro eleganza, inducono ad effettuare chiamate erotiche con annessa minaccia di compenso immediato.
Le loro vittime preferite sono i soggetti fragile perché maggiormente vulnerabili;
Siti che pur non cliccando aprono sottopagine a contenuto pedo-pornografico. I medesimi, in molti casi, hanno condotto gli adolescenti al suicidio, in quanto si consolida nella loro psiche il senso di colpa. Difatti più del 15% ha compiuto tale atto estremo.
Per quanto concerne gli aspetti lacunosi, quindi negativi, che fanno spostare l’ ago della bilancia verso il no sono: l’assenza di personale qualificato in tale settore; la carenza di mezzi strutturali- organizzativi efficaci.
Carenza di figure professionali (assistenti sociali, psicologi, sociologi, psichiatri, etc) determinanti nel percorso scolastico e post scolastico.
L’assenza di risorse economiche per l’attuazione di progetti mirati in tal senso.Le istituzioni di ogni ordine e grado diano il buon esempio incentivando la conoscenza e abbandonino tutti i tabù mentali che sono il danno della psiche umana. La libertà mentale è fonte imprescindibile per un futuro innovativo.