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15 Novembre 2024

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Covid19, torna l’incubo Dad per genitori e bambini

Di Felice Massimo De Falco

“In classe di mia figlia è venuto fuori che un bambino e la sua famiglia sono positivi al Covid. La preside ha sospeso la classe, messi gli altri alunni in quarantena e ripreso la didattica a distanza. Io sono una lavoratrice, per me la scuola è un punto di rilascio di mia figlia, ora come faccio a mettermi in malattia e badare in casa a lei con la Dad?”

Sono le parole quasi disperate di Monica, madre di due figli, che è sobbalzata dalla sedia quando ha saputo la notizia che torna l’ “incubo” Dad, bambini collegati al Pc che seguono le lezioni, strappati dal calore armonioso delle classi che tanto fa sulla loro formazione.

In effetti, i picchi del contagio si stanno facendo vertiginosi. Tocchiamo quasi 30mila casi al giorno. “Il centro di maggiore contagio è la scuola, dove i bambini sono a stretto contatto tra loro, infatti si registrano lì i tanti casi di scuole che stanno chiudendo e tornano alla Dad”, riflette Roberta.

Molti di questi bambini non sono ancora vaccinati e forse non lo saranno mai visto lo scetticismo dei genitori. Il 16 dicembre è partita la campagna di vaccinazione per i bambini dai 5 agli 11 anni ma le richieste sono ancora poche. Il vaccino, secondo loro, non pende per i benefici.

Sono tante le scuole che stanno facendo di nuovo ricorso alla Dad. La Dad sconvolge la routine organizzativa dei genitori, cambia la programmazione delle loro giornate, sia per chi lavora che per chi no. “Stare 4 o 5 ore accanto a mio figlio al Pc, mi fa tralasciare tutti quelli che sono i bisogni domestici. Persino fare la spesa diventa un punto di domanda”, dice Giovanna, “senza contare che la scuola, come luogo fisico, è una tappa irrinunciabile per la formazione dei nostri figli; è lo stare insieme che alimenta la preparazione” dice Giovanna, che da domani avrà una figlia in Dad perché in quarantena, ed ha tanto timore di mandare a scuola l’altro figlio, per non ripetere la stessa situazione.

Infatti sono tante le madri che, impaurite, non manderanno i figli a scuola almeno fino alle festività natalizie. “Non vogliamo rischiare, dobbiamo tutelare i nostri figli ancor prima della loro formazione”, dice caustico Roberto.
“La Dad è un palliativo che annoia i ragazzi e non fornisce loro alcuna preparazione. Parliamo di bambini di 6 o 7 anni che devono stare su un software per l’intera mattinata senza contatti umani”.

Dice Marianna: “Invece dove va mia figlia di Dad non se ne parla proprio la nostra cara preside ha costretto i bambini ha fare 2 tamponi anche non avendo avuto un contatto diretto e al rientro previsto per il 10 gennaio ha preteso il tampone eseguito il 19 dicembre. Mi dici il senso se un tampone come tutti sanno ha validità 72 ore?”

De Luca ha stretto la tenaglia dei contatti sociali ma forse andrebbe ripensato anche ad un sistema scolastico che tuteli alunni e genitori, specie quelli che non hanno appoggio e la mattina devono lavorare

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