Nel toto candidati al Quirinale spunta, e non è una novità, il nome di Giuliano Amato.
Il dottor Sottile, da anni, è considerato una riserva della Repubblica.
L’impertinente riflette a voce alta, scrive. Giuliano Amato è stato, per molti anni, uno dei più stretti collaboratori di Bettino Craxi. Negli anni del Governo guidato dal leader socialista è stato ascoltato e prezioso sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
Allora delle due l’una. O Amato era ‘complice’ di una stagione che è stata criminalizzata, e sarebbe strano vederlo al Quirinale, o è stato, ed è la tesi che più convince l’impertinente, troppo debole nella difesa di una esperienza che ha giovato al Paese, alla sua economia, al prestigioso internazionale. Giuliano Amato non ha avuto il coraggio di condurre battaglie di verità rispetto a quegli anni. Non c’era quando altri lavoravano per scrivere pagine di verità. E chi non ha coraggio non può ambire al Colle.
Non può farlo perché oggi l’Italia, fra le tante emergenze, ha anche quella che prevede una seria Riforma della Giustizia e chi, negli ultimi trenta anni, è stato troppo ‘distratto’ non rappresenta una garanzia.