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23 Novembre 2024

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“Nude allo specchio”, ecco Argia Di Donato, l’eclettico avvocato di che si batte per i diritti umani

Di Felice Massimo De Falco

Argia di Donato vive e lavora a Napoli, è avvocato con particolari competenze in diritto di famiglia e diritto minorile, tutela degli animali e diritto marittimo. È iscritta all’Albo dei giornalisti della Campania ed è Direttore responsabile di Juris News, periodico di informazione giuridica.
È presidente di NOMOΣ Movimento Forense, associazione di avvocati impegnata sul territorio con progetti educativi e culturali, molto attiva nel contrasto alla violenza di genere e nella educazione e rieducazione alla Legalità e Giustizia all’interno delle scuole di ogni ordine e grado.
È autrice di libri, numerosi racconti e poesie contenuti in varie antologie. Nel 2009 pubblica con Albatros Edizioni, Favole (per grandi ancora fanciulli) portato al Salone Internazionale del libro di Torino – edizione 2009.
Nel 2010 pubblica il romanzo Luna tonda (BoopenLed – 2010), biografia dell’ex calciatore Luciano Marangon.
Nel 2011 ha pubblicato Anima azzurra (Photocity Edizioni – 2011).
È portavoce del Movimento culturale “Liberiamo il cratere” (Napoli, 2004) con il quale ha realizzato numerosi reading e performance multimediali, nonché rassegne letterarie ed eventi artistici. È illustratrice, pittrice e cantante. Il suo sito è argiadidonato.it.

Argia si mette “a nudo” per noi

  • C’è molta parte dedicata ai diritti sociali nella tua attività. Secondo te dove siamo carenti?
    Ho sempre ritenuto di fondamentale importanza agire per la tutela e salvaguardia dei diritti “sociali”, che poi sono i diritti costituzionalmente garantiti nel nostro ordinamento. La società contemporanea nella sua complessità ha ancora molto da imparare in termini di azioni e strategie concrete per superare il gap tra ciò che è scritto nel tessuto normativo e ciò che viene realizzato effettivamente. Occorre lavorare da più parti, è necessario il contributo di tutti per realizzare una società migliore. È un principio in cui credo molto, se ho scelto la professione forense è principalmente per questo intento, da sempre molto forte in me.
    Più solidarietà ed empatia, quindi: atteggiamenti e capacità imprescindibili per attivare un “sentire” di “vicinanza” e comunità.
    Il viaggio per la piena e completa affermazione dei diritti sociali nel nostro mondo, nonostante i grandi passi fatti dall’umanità, ha tempi ancora molto lunghi. Che ognuno allora, nel proprio piccolo, si rimbocchi le maniche ed agisca per il bene comune.
     
  • Si discute di referendum sulla “giustizia giusta”, separazione delle carriere dei magistrati e responsabilità civile di quest’ultimi. Sei d’accordo? Perché?
    Ho sostenuto personalmente e con la rivista che dirigo la campagna referendaria sulla giustizia italiana promossa dai Radicali e dalla Lega. La ritengo un’iniziativa utile e necessaria, atteso che il problema della Giustizia in Italia è un problema prioritario e di emergenza democratica. Tempi processuali giusti, separazione delle carriere, taglio delle correnti all’interno del CSM, responsabilità civile dei magistrati: sono temi di grande attualità che necessitano di pronta risoluzione vista la crisi che attraversa la magistratura italiana. Ne condivido pertanto i quesiti.
    La separazione delle carriere, la scelta da parte del magistrato tra funzione giudicante e requirente, è un principio di fondamentale importanza per garantire la terzietà ed indipendenza della Magistratura che ha dato prova di essere tutt’altro che irreprensibile: lo scandalo Palamara, per non parlare di eventi più datati, ha gettato ombre pesanti sulla figura e sul ruolo della Magistratura italiana, dimostratasi iniqua, corrotta ed inquinata dalla politica. Le due funzioni, requirente (Pm) e giudicante (Giudice) non devono avere contiguità, dato che in caso contrario si può ingenerare – come si è visto – uno spirito “corporativo” che compromette l’antagonismo dei poteri, garanzia di equilibrio del sistema democratico.
    Sono altresì favorevole alla responsabilità civile dei magistrati: la nostra Costituzione prevede la possibilità che i magistrati siano chiamati a rispondere per i danni causati nell’esercizio delle proprie funzioni, ma gli stessi non hanno una responsabilità diretta; il cittadino per vedere soddisfatto il proprio diritto deve rivolgersi alla Stato che poi, in caso di vittoria del ricorrente, potrà rivalersi sul magistrato. Ciò indebolisce la possibilità di azione del cittadino e favorisce il privilegio della magistratura.
     
  • Altro tema civile è quello del suicidio assistito. La vita è sacra fin quando è dignitosa?
    La vita è sacra sempre.
    Sorvolando sui tecnicismi in materia e sul progetto di legge esistente, credo che ogni individuo abbia il diritto, in condizioni particolari e delicate, di decidere in che modo e quando porre termine alla propria vita. Ritengo sia fondamentale la libertà di scelta individuale, una legge sul fine vita è ad oggi, necessaria; il richiamo alle condizioni previste dalla Corte Costituzionale, nell’aporia normativa rischia di generare discriminazione e diseguaglianza.
     
  • Perché c’è bisogno di una legge che tuteli la violenza di genere se c’è già una copiosa normativa in materia? Cosa manca?
    Per il tema della violenza di genere, materia che tratto quotidianamente – avendo attivato all’interno di NomoΣ Movimento Forense, associazione che rappresento, il Vo.Ce. – Le Voci Celate, l’Osservatorio per lo sviluppo e miglioramento dell’informazione sulla violenza di genere e sulla quella intra familiare – ho particolare attenzione da sempre.
    Credo che a fondamento della violenza di genere vi siano ragioni principalmente di natura culturale: da millenni osserviamo il mondo attraverso una visione “patricentrica” che è ancora troppo connaturata nel sostrato collettivo della nostra specie. Basti pensare, un esempio per tutti, ai primi versi del libro della Genesi del Vecchio Testamento della Bibbia che rinviano alla creazione della donna quale derivato dell’uomo (da una sua costola per la precisione), per renderci conto di cosa parliamo. Ci vuole tempo per scardinare un sistema di valori così ben radicato. Credo tuttavia, che del fenomeno della violenza di genere sia stata data anche una “veste assai politicizzata” che non rende giustizia al vero problema e quindi, non risolve.
    Una via decisamente risolutiva può consistere nell’attività di informazione costante alla cittadinanza sul tema e nell’attivazione di iniziative concrete di sensibilizzazione: questo il motivo per cui abbiamo istituito lo Sportello delle Voci Itineranti per qualsivoglia attività divulgativa e pratica sui territori a rischio di emarginazione sociale al fine di contrastare il fenomeno della violenza e per offrire sostegno a chi non ha più voce. 
     
  • Cosa fai con la tua associazione?
    L’Associazione NomoΣ Movimento Forense, impegnata sul territorio con progetti volti alla riqualificazione della figura professionale dell’avvocato e a tutela delle categorie sociali più “svantaggiate”, mira a veicolare un’idea di avvocatura più vicina alle istanze dei cittadini.
    Riteniamo infatti che sia necessario e oggi più che mai, tenendo ben presente i principi del passato, avere uno sguardo rivolto al futuro in un ottica riformista: l’Avvocato, come si legge dal nostro manifesto di intenti, “quale intellettuale inserito nella comunità civile, ha da sempre svolto un ruolo decisivo nella consacrazione dei diritti irrinunciabili dell’uomo, prestando la propria opera nella redazione dei principi e delle norme che ne sono diretta espressione e – con lo svolgimento dell’attività propriamente difensiva – preservandoli dai tentativi di compromissione. Sempre in ossequio al ruolo di tramite tra lo Stato e la Comunità civile, l’Avvocato si è sempre preoccupato di far emergere le istanze dei cittadini, invocando il riconoscimento e la tutela dei diritti che costituiscono diretta espressione dell’evoluzione del percorso umano, tanto da meritare nei paesi iberici l’appellativo di Voceros, ovvero portavoce. L’odierna condizione economico – sociale, impone una considerazione approfondita sul ruolo e la funzione attuale dell’avvocatura all’interno della società civile, individuando le caratteristiche dell’Avvocato Contemporaneo…”.
    Con la nostra associazione realizziamo molti progetti. In primis l’educazione alla legalità all’interno delle scuole con il progetto Jupiter – Universo Scuola. Vi è oggi, un’esigenza ancora più forte di certezza di regole e rispetto delle stesse e NomoΣ Movimento Forense – considerando come prioritaria la partecipazione della categoria forense al progresso della Società Civile e reputando necessario che l’Avvocatura realizzi concretamente il principio di assistenza e solidarietà affiancando i Cittadini – in specie, quelli esposti a maggior rischio di esclusione sociale – al di fuori delle consuete aule giudiziarie, intende sensibilizzare i giovani ai temi della Legalità, trasferendo la conoscenza e la passione per la Cultura ed il Diritto, cardini indissolubili per il raggiungimento dello sviluppo individuale e collettivo.
    Al centro del progetto Jupiter -Universo Scuola, vi è la considerazione che l’educazione alla Legalità sia diventata necessità sociale e che debba iniziare dall’età scolare, in coincidenza con l’ingresso dei bambini alle elementari, per poi accompagnarli durante le scuole secondarie e superiori. A tal fine gli avvocati in sinergia con gli insegnanti – che nell’ambito del progetto Jupiter rivestono un ruolo fondamentale nel processo formativo del discente ‐, offrono un contributo essenziale affinché la comprensione di determinati concetti sia completa e divenga reale ed efficace. Attraverso metodi didattici e sperimentali differenti, il progetto Jupiter si articola in tre sezioni: Calliope, progetto di legalità rivolto agli alunni delle scuole primarie; Antigone, progetto di legalità rivolto agli alunni delle scuole secondarie; Themis, progetto di legalità rivolto agli alunni degli istituti superiori.Calliope, Antigone e Themis offrono un’offerta formativa attraverso moduli didattici determinati.
    Abbiamo, poi, un’attenzione importante per la nostra madre Terra, tenendo in particolare conto la questione ambientale divenuta prioritaria a causa dell’inquinamento crescente: abbiamo attivato #NoiAlbero – l’Osservatorio per la tutela dell’Ambiente e del Territorio, per potenziare l’informazione alla cittadinanza sul tema e attivare iniziative concrete di sensibilizzazione con tavole rotonde e progetti formativi all’interno delle scuole.
     
  • Sei nipote del “vicerè” di Napoli, Giulio Di Donato. Il riformismo è un fatto di famiglia?
    Più che di fatto di famiglia parlerei di “costante” di famiglia.
    Credo fermamente nella capacità umana di rivoluzionare il corso degli eventi ma con raziocinio ed equilibrio, mantenendo ben presenti ed intatte le garanzie costituzionalmente previste.
    Devo molto a mio zio per aver contribuito, con il suo ingegno e il suo spirito illuminato, ad alimentare la mia sete di conoscenza e la propensione allo studio, lo ringrazio particolarmente per avermi esortato ad elogiare costantemente il dubbio, punto di partenza per ogni ragionamento obiettivo ed equilibrato.
     
  • Ti interessi anche di politica. Traccia il profilo del Capo dello Stato che vorresti.
    Sulla figura del Capo dello Stato ci sarebbe molto da dire. Posso limitarmi ad esprimermi sinteticamente rinviando ad una figura che faccia da garante – ma vero – tra gli interessi contrapposti. Mi rendo conto che non è da tutti restare equidistante da posizioni differenti, ognuno in realtà si schiera, in un modo o nell’altro. La scelta non è sulle funzioni del Capo dello Stato che possono restare quelle che sono, ma nelle qualità umane dell’individuo che dovrà incarnare tale ruolo. La differenza la fanno gli uomini con le proprie luci e le proprie ombre.
     
  • La pandemia violenta di questi giorni sta immiserendo le masse che non sanno se fare la spesa o curarsi. Quali conseguenze sociali prevedi?
    Quello a cui tutti noi assistiamo da circa due anni è senza dubbio un evento che non ha precedenti nella storia dell’umanità. Da un lato la pandemia reale, dall’altro la narrazione che se n’è data con multiforme visione e sempre non univoca da parte della scienza. Su uno sfondo confuso, le scelte di una politica, a mio avviso non sempre preparata ed adeguata, e la paura delle gente di fronte all’imponderabile.
    Il momento è delicato e occorre lo sforzo di tutti per evitare di incorrere nella deriva divisiva che sta percorrendo il nostro paese e il mondo e che mi preoccupa molto. La paura di perdere ciò che avevamo e ciò che eravamo ci ha resi ciechi, a mio avviso, di fronte ad un nemico “invisibile”, rafforzandolo in un certo qual senso: la questione vax – no vax ha raggiunto livelli di fanatismo esorbitanti, le campagne vaccinali non hanno raggiunto i risultati sperati in termini di arresto al contagio. Contagio che corre velocemente, preparando il terreno alle prossime varianti.
    Gli ultimi provvedimenti governativi compressivi dei diritti costituzionalmente garantiti e delle libertà individuali, rischia di mettere in pericolo i cardini del nostro sistema democratico. E a questo punto, non si comprende bene se l’intenzione dello Stato sia la salvaguardia della salute pubblica o altro: il green pass non ha risolto nulla se non addirittura peggiorare le cose, la sospensione dai luoghi di lavoro per non essersi sottoposti alla vaccinazione – che resta, si intenda, ancora una facoltà nel nostro ordinamento – è un abominio giuridico, la procrastinazione dello stato di emergenza ha davvero dell’incredibile.
    Insomma, mi sembra che si brancoli nel buio ed eventuali risposte diventano sempre più di scarsa reperibilità.
    Un’esame della realtà sul piano “orizzontale” non può prescindere da un’esame della realtà dal punto “verticale”, è evidente che viviamo un momento di grandi trasformazioni dell’assetto sociale e politico del nostro mondo. La vita che avevamo non tornerà più. Dobbiamo cambiare, è inevitabile. Ma non è per forza un male.
     
  • Sei una attivista a tutto tondo. C’è spazio per i sentimenti personali?
    Sono una donna d’amore e tutto ciò che faccio sul piano lavorativo e sul piano dell’attivismo è pervaso da amore. Vivo una condizione privilegiata in tal senso, respirando intensamente ogni sentimento ed ogni emozione che provo e che mi attraversa. Ciò mi rende forte e serena.
    Quanto allo spazio, questo segue lo stesso dinamismo del Tempo, a mio avviso: come è possibile trovare sempre il tempo, analogamente è possibile trovare sempre lo spazio. Non credi?
     
  • Come si conquista una donna come te, dai mille rivoli caratteriali?
    Se dovessi rispondere a questa domanda, toglierei troppi veli ad una pratica – quella della conquista – assai motivante e stimolante. Lascio pertanto il campo alla fantasia e alla creatività. Posso dare un’indizio: intelligenza spiccata e bontà d’animo.
    Sono le caratteristiche che mi affascinano in un uomo

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