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15 Novembre 2024

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“Nude allo specchio”, ecco Tjuna Notarbartolo, direttrice del Premio “Elsa Morante”. Presidente della Repubblica? Dacia Maraini

Di Felice Massimo De Falco

Tjuna Notarbartolo, nata a Napoli il 6/01/1971, è laureata in Scienze della Comunicazione presso la facoltà di Lettere, è giornalista professionista, critico letterario, esperto di comunicazione e d’arte. Ha collaborato alle pagine culturali e di spettacolo di quotidiani e periodici nazionali, tra cui “Il Giornale di Napoli” (1988), “Il Roma” (1989-92), “La Voce Repubblicana”, “La Repubblica Napoli”, “Il Tempo” (1993-94), “Il Giornale”, “Il Messaggero”, e con diverse riviste tra cui “Panorama”, “L’Euromediterraneo”, “Gente Viaggi”, “Gioia”.
Nel 98 ha collaborato con Rai Sat 2 come autore, firmando documentari indirizzati ad un target di giovanissimi e con la rete francese Marathon Productions, sempre aiuto regista e coautore di format per bambini.
Dal 99 al 2000, con la nascita dei nuovi canali satellitari della Rai, è stata corrispondente da Napoli per il quotidiano televisivo “Play” su Rai Sat Show, per il quale ha fatto servizi di musica e teatro: mini-speciali, approfondimenti giornalistici da lei scritti e diretti.
Ha collaborato e collabora, come giornalista ed interprete, con varie radio francesi, tra cui Radio France International, e France Culture.
Come critico letterario, ha pubblicato due libri sull’ opera della Morante, il primo “Cahiers Elsa Morante”. Il secondo “Cahiers Elsa Morante” lo ha curato con Nico Orengo, direttore di Tuttolibri de La Stampa ed è uscito presso le edizioni Sottotraccia, nel 94.
Nel 96 ha pubblicato “La Sirena scontrosa”, una guida letteraria dell’isola di Procida (Progetto Impresa).
Nel 2004 ha collaborato ad “Italiane”, il dizionario biografico in tre volumi che riunisce le storie delle donne di maggior rilievo nella storia d’Italia, pubblicato dal Ministero per le Pari Opportunità e distribuito dal Corriere della Sera.
Bilingue italo-francese, parla inglese, ha tradotto per diverse testate e case editrici.
Per il cinema, nel 93 ha scritto la sceneggiatura di un cortometraggio, girato col regista Dario Spera e prodotto dalla Uainé.
Curatrice d’ importanti Uffici Stampa, dal settore della cultura e lo spettacolo (tra l’altro del Festival di Marsiglia nel 95, a mostre d’arte tra cui l’ultima personale di Manzù a Procida), a quello della politica e dell’economia (tra l’altro Rotchild Assurance a Londra).
È stata l’organizzatrice di numerose manifestazioni d’ arte e spettacolo. Curatrice di mostre d’arte contemporanea, ha organizzato personali e collettive di pittori, scultori e fotografi nazionali ed internazionali.
Dirige da circa trenta anni il prestigioso premio letterario “Elsa Morante”, giunto alla trentatreesima edizione, di cui è anche membro della giuria con, tra gli altri, Dacia Maraini (Presidente della giuria), e, nei vari anni, Raffaele La Capria, Vincenzo Cerami, Maurizio Costanzo, Paolo Fabbri, Antonio Debenedetti, Rosetta Loy, Nico Orengo, Francesco Cevasco, Paolo Ruffini, Marcello Veneziani, Emanuele Trevi, Paolo Mauri, Teresa Triscari, ecc. Ha portato il Premio Morante a Parigi, Varsavia, Budapest, Cracovia, Bratislava e New York.
Ha fondato e diretto le riviste d’arte, cultura e spettacolo “Foyer”, nel   93, e “Album”, 96- 97. Mensili a cui hanno collaborato grandi firme del giornalismo italiano e che sono state molto diffuse in Campania.
Esperta nella comunicazione interpersonale, aspetto preminentemente psicologico, si è occupata di “Personal training in self and out communication”.
Nel novembre 2006 è uscito presso l’editore Liguori, il saggio “L’idiota digitale”, che analizza i sistemi cognitivi e sociologici che sono alla base dell’ultimo mass medium e che proietta in avanti le analisi e le tesi sui mezzi di comunicazione di massa fatte dallo scienziato nordamericano Marshall McLuhan.
Nel 2006 è docente presso il Master post laurea sull’Editoria organizzato dalla Marlin con l’Università di Salerno. Nel 2008 è docente di Comunicazione presso il master post laurea dell’Università Telematica Unitel, diretto da Maurizio Costanzo.

Si è occupata di gestione del panico nelle situazioni di emergenza, lavorando ad un volume di prossima pubblicazione, diviso in lezioni, di psicologia della comunicazione dedicato alla trattazione degli stati di crisi.

Nel 2008 è uscito il romanzo “Tango elettrico”, presso l’editore Borelli di Modena, nella nota collana “Pizzonero”; romanzo erotico, ironico, sulle possibilità della comunicazione, le relazioni, le emozioni del contemporaneo. Con questo romanzo ha vinto il Premio Fiuggi 2008. Nel 2010 esce il suo racconto “Stai qua” nel libro collettaneo “Nisida” , progetto dell’Istituto Minorile di Pena, (Guida editore). Nell’agosto 2010 ha curato il volume “L’isola nomade”, una raccolta di racconti con una prefazione di Dacia Maraini, ADM libri. Firma un contratto  con Rusconi Libri con cui esce “Sublime passione”. A maggio 2012 è uscito l’ultimo romanzo “A volo d’angelo”, con la casa editrice Felici, di Pisa. Nel 2018 un suo racconto su Emanuele Notarbartolo, prima vittima eccellente di mafia, nel 1893, apre la raccolta di racconti “Un giorno per la memoria”, curata da Anna Copertino e pubblicata da Homo Scrivens. Nel 2021 pubblica “Il piccolo libro degli abbracci” con Giammarino Editore, casa editrice all’interno della quale fonda la collana Labrig.
Cura marketing e comunicazione per aziende, tra cui la Confcredito, CNS, Adm, Marlin editore, ecc. Cura organizzazioni d’arte e spettacolo. Cura la comunicazione personale e pubblica per scrittori, artisti, ed esponenti del mondo della cultura

  • Sei una donna impegnata, poliedrica. Giornalista, scrittrice, organizzatrice di eventi, docente. In quale settore trovi più empatia con te stessa?

Ho bisogno di fare tante cose e coltivare tanti settori per essere, come dici tu, in empatia con me stessa. I vari settori della creatività stimolano intelletto e parte creativa, tutti insieme, in una contaminazione ininterrotta. Versatilità, eclettismo, poliedricità, sono le caratteristiche del mio fare cultura e nutrono la mia curiosità e senso e voglia di profondità e meraviglia.

  • Hai portato nel mondo un premio importante come quello dedicato ad Elsa Morante, con la collaborazione di Dacia Maraini. Che donna è Dacia?

Dacia Maraini è una donna eccezionale, tanto dal punto di vista culturale che da quello umano. Siamo molto amiche da circa trent’anni e, insieme, portiamo avanti il Premio Elsa Morante, facendo un lavoro culturale quanto più ampio possibile e, insieme, divertendoci. Quest’anno speriamo di poterlo celebrare nel mese di maggio. Con Dacia abbiamo fatto anche bei viaggi insieme, sempre per conferenze letterarie o legate al Premio, in giro per il mondo. Parigi, Bratislava, Cracovia, Varsavia, New York. È una grande viaggiatrice, cittadina del mondo, è di casa dappertutto ed è molto protettiva. Una guida solida nella mia vita. Uscirà un suo libro, curato da me, a marzo, presso la Giammarino editore, casa editrice napoletana che stiamo rilanciando. Si chiamerà “Ti parlo, mi ascolti?”, sono tre monologhi teatrali al femminile, che racchiudono tutta l’essenza della scrittura e del pensiero di Dacia Maraini.

  • Nel Premio ospita eccellenti personaggi. Quali fra questi ti ha lasciato un tesoro nell’anima e perché?

Sono tantissimi i grandi personaggi che sono transitati nel Premio e ho sempre imbarazzo a parlarne perché, inevitabilmente, rischio di dimenticare di citare qualcuno. È stato ed è, il Premio Elsa Morante, un caleidoscopio su spiriti bellissimi e sulle stupefacenti intensità che può raggiungere l’animo umano. Da Domenico Rea a Lalla Romano, da Vincenzo Consolo a Claudio Magris, da Maurizio Maggiani ad Andrea Camilleri, è un po’ come se tutta la letteratura della nostra epoca fosse passata di qui. E non solo scrittori, ma intellettuali, giornalisti, cantautori, da Ligabue a Gianna Nannini, prima premiata, poi entrata in giuria e con la quale, ad esempio, continuo ad avere una bella amicizia. Guardare indietro è una vertigine, per questo preferisco immaginare in avanti, ed avere sogni ed emozionarmi come un’adolescente per i creatori speciali che ancora incroceremo. Per esempio mi piacerebbe premiare un genio controverso come Achille Lauro, poliedrico, carismatico e molto letterario, come piace a me.

  • Parli correttamente il francese, conosci la Francia. Sono davvero così antipatici e nazionalisti come li descrivono?

Amo molto Parigi, la considero una seconda patria. Ho vissuto per lunghi periodi lì. Amo la lingua francese, lingua del mio cuore, così dolce e capace di entrare con forza nelle cose che dice. Credo che ci sia un legame karmico con i luoghi nei quali ci riconosciamo. I francesi appaiono duri perché effettivamente sono molto pieni di se’, il che, a volte, non è un difetto. Purtroppo manco da Parigi da oltre dieci anni e so che anche lì le cose sono cambiate, che il buio opprimente di questi anni ha schiacciato anche la varietà, i modi, le possibilità di quella che è stata, per me, una straordinaria capitale di cultura.

  • L’epidemia porta con sé il NeuroCovid. Come è stata gestita la crisi pandemica?

“Neurocovid”, mi piace la tua definizione. In effetti si tratta molto di questo. Gestita bene? Dipende di quale gestione parli. Io sono laureata in Scienze della Comunicazione e, da subito, mi sono resa conto dell’applicazione, da parte del potere di molte ed importanti tecniche di comunicazione tese a gestire le masse, e questo non lasciava presagire nulla di buono. Per cui, se mi stai chiedendo un giudizio da comunicatrice, ti dico che ottimo, perché sono riusciti a portare la gente a non farsi nemmeno più domande e a credere più a ciò che gli viene raccontato che a quello che vedono con i propri occhi

  • Come saremo dentro dopo la fine della pestilenza?

Come saremo dipende da chi siamo. Se siamo persone consapevoli, curiose, salde, insieme al senso di scoramento che è lo stesso che resta dopo un bombardamento, avremo anche un luminoso senso di liberazione e la forza in più di chi ha attraversato una catastrofe. Per citare un noto film “chi ha subito un danno è più pericoloso, perche sa di poter sopravvivere”.

  • Ti interessi anche di politica. Traccia il profilo del tuo Capo dello Stato

Si, mi sono candidata a Napoli, a sostegno del Sindaco Manfredi coi i Repubblicani Democratici guidati da Giuseppe Ossorio. L’ho fatto con orgoglio e col senso di responsabilità di rappresentare un partito antico e fatto da persone che antepongono i valori agli interessi. Il mio capo dello Stato ideale ha il profilo di Dacia Maraini.
Sarebbe bello fosse una donna, ovviamente come qualità aggiunta, non come qualità in sé. E lo dico perché una donna può essere madre e quindi, tra l’altro, avere forte il senso della vita, il rispetto della vita degli altri, che si accompagna più a fioriture che a dittature.

  • Sei una prolifica scrittrice. Hai avuto modo di scandagliare l’animo umano. Cosa c’è da rinnegare per essere liberi e felici?

Come scrittrice mi è d’obbligo segnalarti il mio ultimo libro “Il piccolo libro degli abbracci”, pubblicato con la Giammarino Editore. E si, ancora una volta, è uno scandagliare l’animo umano attraverso un gesto raccontato in testi brevissimo, appunto, quello dell’abbraccio. Rinnegare, dici… In qualche modo i piani della scrittura e della vita non possono combaciare, sono paralleli. Bisogna saper saltare dall’uno all’altro. Mentre sei su uno, non puoi mai essere pienamente nell’altro. Quindi non un rinnegare, ma un non perdere il senso e la capacità di libertà, e non lasciarsi zittire da nessuna abitudine.

  • Il sesso è una variante dell’amore?

Si, certo. Il sesso è una forma d’amore. È tante cose. È energia, fantasia, desiderio. Il piano dove s’incontrano conscio e incoscio, corpo e anima, tu e l’altro. È una forma d’amore, come dici tu, ma i due elementi non sono necessariamente legati. Come due colori che stanno bene insieme, ma che hanno il loro senso anche a se stanti.

  • Qual è l’amore completo alla tua età?

Completo. Siamo sicuri che la completezza faccia parte delle categorie umane? Non siamo completi, siamo incompleti e imperfetti, quasi sempre. Posso dirti qual è la forma d’amore più alta e più pura per me oggi. Sono madre, e l’amore per la propria creatura è una vetta altissima, incommensurabile, impensabile finché non la si vive.

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