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23 Dicembre 2024

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“Perché la politica strumentalizza il ruolo della Donna”

di Anna Adamo 

Non sono mai stata una donna come le altre. O meglio, non ho mai inteso l’essere donna come lo intendono le altre. 

Si, di battaglie nella vita ne ho condotte tante, più di quante ne ricordi, infatti qualcuno mi ha detto che sia nata per combattere. 

Eppure, mai ho combattuto per dar voce al mio essere donna e non lo farei neanche se  mi venisse chiesto.

Essere donna, per me, è una cosa naturale, così come lo è che quest’ultima faccia le stesse cose degli uomini. Anche fare capolino tra il maschilismo della politica, ad esempio. Avete capito bene: che la donna ricopra ruoli politici di spicco, è una cosa normale. 

Un po’ meno normale, invece, é la strumentalizzazione che la politica fa del ruolo della donna, in queste ore più che mai.

Lo so, la mia è un’opinione impopolare. Ma, so anche che è la verità.

Ebbene si, la verità è che inserire nomi di donne tra i candidati alla Presidenza della Repubblica non è altro che un modo per favorire gli uomini.

Perché, lo sappiamo tutti che nessuno delle donne di cui si parla diventerà mai Presidente della Repubblica!

Lo sanno anche loro, che si lasciano strumentalizzare come nulla fosse. Come se uno scranno tra i banchi del Parlamento valesse più delle idee. 

E no, la cosa non mi meraviglia. 

La politica la mastico da qualche tempo e certi meccanismi li conosco piuttosto bene.

E non è con questo modo di agire che me la prendo.

Me la prendo con loro. Con quelle donne che quanto a battaglie non si sono mai risparmiate, nella vita privata e in politica. 

Mi chiedo dove sia finito il loro coraggio di combattere pur sapendo di avere il mondo contro.

Mi chiedo dove siano finite le loro idee. Quelle che hanno sempre permesso loro di fare la differenza, in bene e in male.

Mi chiedo, più di ogni altra cosa, come sia possibile che il potere valga più delle idee. 

Perché, si, care donne, aspiranti Presidenti, il problema è proprio questo. 

È la vostra incapacità di anteporre quello per cui avete sempre combattuto al potere.

Fin quando agirete così, non andrete (e andremo) mai da nessuna parte. Che il vostro nome sia inserito tra quello degli uomini non è una vittoria. 

Non lo sarà mai. 

Non lo sarà fino a quando servirà per favorirli, quegli uomini.

Non lo sarà fino a quando,per difendere il ruolo di donna, dovrete combattere.

Perché, no, non è per questo che dovete combattere. 

Il ruolo della donna non va difeso, ma valorizzato. Quindi, se proprio dovete combattere,fatelo per far si che il vostro valore venga riconosciuto.

Fatelo spodestandoli, questi uomini.

Lo dico da donna. 

Da donna alla quale i posti di comando hanno sempre affascinato, ma che spera di raggiungerli senza doversi fare spazio tra gli uomini, perché sa che il fatto stesso di doverselo conquistare uno spazio, non la porterà mai da nessuna parte.

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