Carlo Calenda, sull’Impertinente lo abbiamo detto diverse volte, ha le giuste intuizioni. L’idea di costruire una proposta liberale e riformista è utile. Serve costruirla senza cadere nella tentazione dei ‘centrini’ che rischiano di essere solo un ‘imbroglio politico’. Serve tanta politica e costruire ponti. Troppo spesso, però, il leader di Azione demolisce. L’impressione è che cerchi avversari e non alleati.
Lo scontro con Claudio Martelli, storico esponente socialista, simbolo del riformismo italiano ed oggi direttore de ‘L’Avanti’, è singolare.
La ricostruzione che Martelli ha consegnato ai social è precisa.
“L’altro giorno in tv alla domanda di Mirta Merlino se mi piacesse Carlo Calenda ho risposto: ‘Sì, ma è un po’ troppo ‘Ercolino faccio tutto io’, dovrebbe decidersi a fare un partito e confrontarsi alla pari, discutere con amici e compagni’. Insomma, una battuta appena scherzosa” ha scritto Martelli.
“Ieri Calenda, che – ha aggiunto l’ex Ministro- non sopporta critiche e non possiede un filo di ironia mi ha risposto così: ‘Martelli viene a trovarmi una settimana sì e l’altra pure… poi questi che hanno l’aria di dire quando c’eravamo noi… Martelli faceva parte del PSI e Craxi non era anche lui Ercolino? Ha avuto anche buoni pensieri poi ha fatto un disastro etico… e Martelli era lì sdraiato come un tappetino’. Che dire? Beh, per cominciare, che Calenda è un bugiardo, un bugiardo sciocco perché mente senza motivo”.
“Un anno fa – ha ricordato Martelli- l’ho incontrato due o tre volte, mi ha chiesto di aderire al suo movimento presentandosi come un liberal socialista garantista interessato al progetto dell’Avanti! Gli dissi ci penserò e dopo averci pensato non l’ho più visto né sentito. Mi ha scritto lo stesso chiedendomi 150 euro per partecipare alla sua cena elettorale, glieli ho spediti pur di evitare di cenare con lui e altre insistenze”.
Poi l’affondo. “Calenda si sbaglia anche su Craxi: non era un Ercolino, semmai un Ercole che però conosceva le buone maniere e che guidò il governo dei migliori risultati. Craxi tutti i giorni discuteva con me, con Amato, De Michelis, Formica, Ruggero, Tognoli e tanti, tanti altri socialisti, per non dire con leader e esponenti degli altri partiti italiani, del socialismo europeo dei popoli oppressi e del mondo del lavoro. Calenda non discute perché non è capace e al primo confronto perde la testa”.
Poi la difesa della verità, di una pagina storica. “Quanto a quello che lui chiama il ‘disastro etico combinato dai socialisti’ fa riflettere che l’anniversario di Mani Pulite porti sempre delle sorprese: anni fa Francesco Borrelli, l’inflessibile capo di Mani Pulite, confessò: “Dobbiamo chiedere scusa agli italiani: non valeva la pena di buttare il mondo precedente – quando appunto c’eravamo noi – per cadere in quello attuale” dove appunto c’è anche Calenda.
Il quale Calenda dopo tanto spacciarsi a garantista all’improvviso si erge a moralista e crede di poterselo permettere perché, come racconta tutto tronfio illustrando il suo progetto etico ‘Raccolgo ogni anno due milioni di contributi privati’. Niente di nuovo: come diceva il vecchio Kant il politico morale cerca almeno di conformare la sua azione all’etica, il politico moralista adatta la morale a quel che gli conviene”.
“Calenda non sa nemmeno immaginare quali fossero i rapporti umani nei partiti democratici. E’ cresciuto come un cortigiano scodinzolante prima davanti a Montezemolo poi a Renzi. Ora crede – ha concluso – di elevarsi insultando tutti, ma resta il cortigiano cafone che è sempre stato. Chi lo conosce lo evita ma se proprio vuole il resto del carlino io ci sono”.